L’opera rappresentata rientra a pieno titolo nell’arte figurativa, anche se gli elementi che l’autore ci propone sono scarni ed essenziali: la linea dell’orizzonte e una sintetica prospettiva aerea, suggerita dal contrasto tra lo sfondo e i fiocchi di neve. La scena è semplice: un campo innevato, grossi fiocchi che continuano a cadere, forse all’ora del tramonto.
L’artista non ha voluto raccontare una storia né riempire la composizione di dettagli superflui; ha scelto invece di offrirci solo l’essenziale: il colore puro e brillante, un tocco di maternità e un gesto segnico deciso. Sta all’osservatore completare la composizione, richiamando alla memoria un freddo pomeriggio d’inverno, quando il cielo si tinge di arancio e di rosa e la neve scende senza voler smettere. Lo spettatore potrà così evocare dentro di sé emozioni e sensazioni legate a un momento particolare: quell’istante in cui, accovacciati di fronte a una finestra, si ammirava il silenzio e lo spettacolo unico e sempre emozionante che la natura ci offre. Uniche come le nostre emozioni, corpose e quasi tangibili come le spatolate che l’autore ci regala nel suo dipinto.
Quelli di Alessandro Consonni sono paesaggi emozionali, istantanee sospese nel tempo, capaci di stimolare il nostro io interiore a completare la composizione con i nostri ricordi e le emozioni ad essi collegate. Delicatezza e forza espressiva convivono, creando un contrasto dinamico: colori pastello e spatolate rabbiose accentuano la crasi compositiva, un apparente sbilanciamento concettuale che dona all’insieme equilibrio e armonia.
L’opera presentata è dunque in grado di astrarci, anche solo per qualche minuto, dalla realtà caotica di ogni giorno, per condurci indietro nel tempo o in una dimensione interiore tutta nostra.